venerdì 18 settembre 2015

#BentornataAnza | Dedicato a Sara Anzanello

Esistono, nello sport, attimi da ricordare. Alcuni corrispondo a vittorie sportive e podi con una medaglia d'oro al collo; altri, invece, sono sempre vittorie, ma più importanti. Sono storie che segnano e insegnano qualcosa dal valore inestimabile, storie che - inevitabilmente - fanno crescere.

Sara Anzanello ha sempre fatto parlare di sé per la sua simpatia, la sua bravura e molti aneddoti divertenti fuori e dentro al campo. Nasce il 30 luglio 1980 a San Donà di Piave: una veneta Doc, come la cadenza della sua parlata lascia ancora intuire. La sua carriera da professionista del centro rete inizia nel 1999 quando, dopo un anno di Club Italia, l'AGIL Volley (prima Asystel Novara, adesso Igor Gorgonzola) decide di puntare sui suoi centimetri per provare ad accaparrarsi un pezzo di storia. Rimarrà nella società piemontese per dieci lunghi anni; giocherà, con quella maglia, delle finali Scudetto, una finale di Champions League, Supercoppe, Coppe CEV, Coppe Italia. Insomma: tutto. Vincerà spesso e altrettanto spesso dovrà cedere la vittoria propria all'ultimo (la Foppapedretti Bergamo ne sa qualcosa). Troverà tanti amici, tra cui due storiche: l'altra centrale Raffaella Calloni e il libero più forte del mondo, Paola Cardullo. Insomma, tra video-interviste post partita, interviste doppie con la Cardullina, un sito internet e tanti incontri disputati, passano dieci anni ed è come non sentirli.

Nel 2009, poi, passa al Villa Cortese, una società capace di tantissime promozioni che dalla serie D la portano a essere protagonista dalla massima categoria nazionale. La squadra allestita fa paura, i nomi mettono i brividi. Arrivano ancora le vittorie, ma manca sempre lo Scudetto. L'avventura lombarda dura due stagioni e nel 2011 è già tempo di saluti.

L'ultima finale persa, di certo, non la butta giù: dopo l'ennesima estate in Nazionale e un paio di valige si parte, direzione Azerbaijan. A Baku continua a scendere in campo col sorriso, quello di chi sta facendo ciò che ama e lo sta facendo con passione. La stagione successiva, però, succede l'inaspettato: arriva La finale, quella dopo la quale non è detto che si possa essere lì a raccontarla. 

A marzo 2013 le viene diagnosticata una gravissima forma di epatite, e inizia la lotta contro il tempo: in poche ore viene trasferita a Milano e il 14 dello stesso mese viene operata d'urgenza per un trapianto di fegato. Mi piace pensare, adesso, che il Grande Puffo (così soprannominata per un'improbabile tinta blu ai capelli) abbia visto, in quella occasione, la sua personalissima finale Scudetto, quella in cui dimostrare che quella finale, lei, era in grado di vincerla...

Ci sono attimi nello sport, che aspetti come si aspettano i compleanni: perché sai che sorriderai e, sicuramente, imparerai una lezione importante.
Se dovessi elencarne due, sceglierei il ritorno in campo di Eleonora Lo Bianco con la maglia della Foppapedretti dopo il tumore al seno e il rientro di Paola Cardullo dopo l'osteonecrosi sconfitta. Qualche giorno fa, poi, se n'è aggiunto un altro.

Il 15 settembre 2015 capita di aprire Facebook: un'ultima sbirciata prima di chiudere gli occhi e lasciare che la notte porti il riposo dovuto. Scorri la home, e la vedi lì, lampante, bella come il sole: la notizia che, dopo più di due anni, Sara Anzanello è finalmente tornata. L'AGIL Volley, la stessa di quell'inizio di sedici anni fa, ha deciso di puntare ancora su di lei, in questa sua seconda vita: sarà in B1, nella giovanissima seconda squadra dell'Igor Volley Novara. Ed è un cerchio che si chiude, un bellissimo cerchio a cui tu non speravi più, mentre lei... Lei non ha mai smesso di credere fermamente che sarebbe riuscita a dargli un senso.
E, ne sono certo, è questo il colpo di mercato più bello del 2015.

Bentornata Anza, Grande Puffo. Bentornata, semplicemente Sara. E grazie, per l'incredibile lezione di vita che ci hai donato; questo è, senza dubbio, il tuo muro più bello.


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